Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l'asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita. Numeri 21,4-9
È una profezia che ci rimanda alla Croce di Cristo. Contempliamo il Crocifisso Risorto con gli occhi umili degli innamorati, contempliamolo come un dono di salvezza per la nostra vita. Gesù ci salva ! Può salvare la mia vita! Io voglio essere salvato da Gesù? In alto i cuori ! Santa giornata dd 5a domenica di Quaresima 29 marzo 2020
"CREDI TU QUESTO?" La pagina di vangelo che abbiamo appena ascoltato ci aiuta a interrogarci un po’ sulla qualità della nostra fede, e ci aiuta proprio in questa ultima domenica di Quaresima. Domenica prossima celebreremo la Domenica delle palme e entreremo nella Settimana Santa, la settimana più importante e più grande della nostra vita di fede. Allora vogliamo, attraverso Marta e Maria, guardare a quella che è la nostra fede. Io riflettevo un po’ su questo vangelo; mi ha colpito questo continuo alternarsi, da parte di Marta e Maria: da un lato l’affetto, l’amicizia nei confronti di Gesù, e anche forse un po’ di fiducia, ma dall’altra l’incredulità. Eppure Marta, Maria e Lazzaro erano molto amici di Gesù. Eppure Gesù molto spesso entrava in casa di Marta, Maria e Lazzaro. L’evangelista Luca ci presenta l’episodio di Marta che serve, Maria che è ai piedi di Gesù e lo ascolta. L’evangelista Giovanni sottolinea l’affetto che c’era fra di loro, dicendo più volte quanto Gesù amasse Marta, Maria e Lazzaro. Eppure, nel momento della prova e della fatica, Marta e Maria dubitano. Dall’altro lato contemplavo l’atteggiamento di Gesù che, con pazienza, con amore, con affetto, continua a riportare Marta e Maria, i giudei, i discepoli, alla vera fede. “Non credi ancora?! Credi a questo! Non ti avevo forse detto che… Perchè fatichi ancora? “. Perchè Marta e Maria faticano a credere a Gesù? Perchè Marta e Maria, nonostante l’affetto e l’amicizia che avevano per il Maestro, faticano a credere? Perchè hanno la loro idea, perché hanno fissa nella mente e nel cuore la loro idea. Tutt’e due dicono la stessa cosa: “Se tu fossi stato qui!”, cioè: “Se tu ci fossi stato nel momento in cui noi ti abbiamo chiesto di venire! Perchè quando noi ti abbiamo chiesto di essere qui, Signore, Lazzaro era ancora vivo. Era malato, era nel letto, stava male ma se, quando noi ti abbiamo fatto chiamare, tu fossi venuto, allora le cose sarebbero andate bene. Dovevi venire nel momento in cui te lo abbiamo chiesto noi, perché lì volevamo che tu agissi. Adesso non c’è più niente da fare! E’ da quattro giorni che è chiuso in un sepolcro, ormai è morto. Ormai è quasi inutile che tu sia venuto qui, perché non ci puoi più fare niente”. Se tu fossi stato qui! E’ questa l’idea che avevano loro nella testa e nel cuore. Dio doveva prontamente agire nel momento in cui glielo avevano detto loro, nel momento in cui loro avevano stabilito che Dio agisse. Non siamo forse, io e voi, Marta e Maria? Non è forse questa a volte, purtroppo, la nostra fede? Abbiamo la nostra idea di Dio che non coincide con la realtà e, quando la realtà ci spiazza, va in crisi anche l’idea che abbiamo di Dio, perché tante volte Lui non agisce, perchè tante volte Lui non fa! In realtà non fa e non agisce come noi vorremmo che facesse. Allora tante volte anche noi diciamo che ormai è inutile. Tante volte anche noi non pensiamo che Dio possa agire sempre, non pensiamo che Dio possa fare anche quando ci sembra che non ci sia più nulla da fare! Perché abbiamo nel cuore e nella testa la nostra idea di Dio; perché tante volte la nostra fede è più un servirsi di Dio che un servire Dio; perchè tante volte la nostra fede è fare a modo nostro, piuttosto che imparare da Dio. Gesù fa una domanda: “Credi in Me? Credi che Io sia davvero il Figlio dell’uomo, il Figlio di Dio?”. Questa è la domanda, amici miei, che ci dobbiamo fare tutti noi: in che Dio crediamo? Nel Dio che abbiamo nella nostra testa, nell’idea di Dio che ci siamo fatti noi, o crediamo nel Dio di Gesù Cristo, Crocifisso e Risorto? La vera fede è quando noi conosciamo Cristo Crocifisso e Risorto. E’ dalla contemplazione del Crocifisso che noi capiamo chi è davvero Dio. Non dal Crocifisso solo come sofferenza, ma dal Crocifisso come dono di vita gratuita, come perdono, come amore grande, come lo stile e l’agire di Dio che è diverso dal nostro. Fede è questo: è metterci alla scuola del Crocifisso, è imparare da Dio; non insegnare a Dio, non fare noi la scuola a Dio, ma fare gli alunni, metterci alla scuola del Crocifisso e del Risorto e, con umiltà, imparare lo stile di Dio. Questa è la fede. Allora noi oggi, con molta umiltà, dobbiamo rispondere alla domanda di Gesù: ma credi tu in questo? Credi in me come Figlio di Dio? Dobbiamo chiedercelo: Io in che Dio sto credendo? Qual’è la mia fede? E’ la fede dove io mi servo di Dio? Dove chiedo a Dio di agire e basta? O è la fede dove mi metto alla sua scuola, dove mi fido anche quando umanamente sembra che non ci siano più possibilità, gli affido la mia vita e mi metto nelle sue mani? Oggi il Signore ci guarda negli occhi e nel cuore e ci chiede: “Credi tu in Me?”. A me e a voi la risposta sincera a questa domanda del Signore. IN ALTO I CUORI!!! SANTA GIORNATA DD Ascoltando la pagina del Vangelo di san Giovanni, 11,1-45
siamo condotti a rinnovare la nostra fede, dicendo con forza e con gioia: "Sì, Signore, io credo che tu sei la risurrezione e la vita!". Ad aprire il cuore alla speranza. "Sì, Signore, io spero in te per la potenza del tuo amore!". A rinvigorire la carità. "Gesù scoppiò in pianto". "Signore rendimi partecipi dell'amore del tuo Cuore!". In alto i cuori Santa domenica dd “Perché avete paura? Non avete ancora fede?
». L’inizio della fede è saperci bisognosi di salvezza. Non siamo autosufficienti, da soli; da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle. Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite. Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca. Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai. Il Signore ci interpella e, in mezzo alla nostra tempesta, ci invita a risvegliare e attivare la solidarietà e la speranza capaci di dare solidità, sostegno e significato a queste ore in cui tutto sembra naufragare. Il Signore si risveglia per risvegliare e ravvivare la nostra fede pasquale. Abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati. Abbiamo un timone: nella sua croce siamo stati riscattati. Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore. In mezzo all’isolamento nel quale stiamo patendo la mancanza degli affetti e degli incontri, sperimentando la mancanza di tante cose, ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva: è risorto e vive accanto a noi. Il Signore ci interpella dalla sua croce a ritrovare la vita che ci attende, a guardare verso coloro che ci reclamano, a rafforzare, riconoscere e incentivare la grazia che ci abita. Non spegniamo la fiammella smorta (cfr Is42,3), che mai si ammala, e lasciamo che riaccenda la speranza. Abbracciare la sua croce significa trovare il coraggio di abbracciare tutte le contrarietà del tempo presente, abbandonando per un momento il nostro affanno di onnipotenza e di possesso per dare spazio alla creatività che solo lo Spirito è capace di suscitare. Significa trovare il coraggio di aprire spazi dove tutti possano sentirsi chiamati e permettere nuove forme di ospitalità, di fraternità, di solidarietà. Nella sua croce siamo stati salvati per accogliere la speranza e lasciare che sia essa a rafforzare e sostenere tutte le misure e le strade possibili che ci possono aiutare a custodirci e custodire. Abbracciare il Signore per abbracciare la speranza: ecco la forza della fede, che libera dalla paura e dà speranza.«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Cari fratelli e sorelle, da questo luogo, che racconta la fede rocciosa di Pietro, stasera vorrei affidarvi tutti al Signore, per l’intercessione della Madonna, salute del suo popolo, stella del mare in tempesta. Da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo scenda su di voi, come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio. Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori. Ci chiedi di non avere paura. Ma la nostra fede è debole e siamo timorosi. Però Tu, Signore, non lasciarci in balia della tempesta. Ripeti ancora: «Voi non abbiate paura» (Mt 28,5). E noi, insieme a Pietro, “gettiamo in Te ogni preoccupazione, perché Tu hai cura di noi” (cfr 1 Pt5,7).” ( Papa Francesco, 27 marzo 2020) In alto i cuori ! Santa giornata dd "Carissimi l’ultimo comunicato della CEI, raccontava di un sacerdote, don Giuseppe Berardelli, deceduto a Bergamo, dopo aver rinunciato al respiratore perché fosse reso disponibile per altri. È l’immagine di una Chiesa viva, credente, presente, testimone e solidale con il dramma che colpisce tutti. Una Chiesa che sul territorio è in prima linea con la sua prossimità, la sua preghiera, la sua carità: parla nei suoi Pastori, nei suoi preti, nei religiosi e in un numero straordinario di laici, nelle mille forme di una disponibilità che semina speranza nel cuore di questo lungo inverno" (Don Mimmo, vescovo).
È la Chiesa che resiste e che vede nel suo Signore l’unica consolazione, l’unica forza, l’unica speranza. È anche la nostra Chiesa, quella che, nonostante la fatica, ci stiamo sforzando di essere. Coraggio! In alto i cuori! Santa giornata dd Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Gv 5,31-47
“Per quale motivo i Giudei non ascoltano davvero la voce del Signore? Per quale motivo non vedono il Suo volto? E come mai la Sua parola non rimane in loro? La ragione di questo consiste nella mancanza di fede. Non credono davvero in Dio e in Colui che Egli ha mandato. Non è forse così anche per noi? Non riusciamo ad ascoltare la voce del Signore, siamo incapaci di contemplarne il volto, la Sua parola non rimane nel nostro cuore perché abbiano poca fede. Non crediamo davvero! Il nostro vero dramma è la poca fede. Signore, aumenta la nostra fede!” (Don Guido M) In alto i cuori! Santa giornata dd “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio” Lc 1,26-38
Che bello! Si, oggi è detto a me e al mio cuore: Non temere, perché hai trovato amore presso Dio. Non avere paura, fragile creatura, perché hai trovato casa nel cuore di Dio. Non temere, tu che stai soffrendo; io, Gesù, nell’orto del Getzemani, ho sudato sangue, ho pianto e ho chiesto al Padre di non farmi bere il calice del dolore, affidandomi a Lui. So che il dolore è dolore , ma non è la parola definitiva sulla tua vita. Non è il dolore il fine della tua vita! Coraggio, spera in me: Io ho vinto la morte! Prendi la mia mano, troverai un abbraccio e un ascolto che ti doneranno forza e coraggio. Non temere, tu che hai paura di vivere, perchè Io sono il Dio che rende possibile l’impossibile. Ecco perché sono una presenza consolante e forte nell’Eucaristia; ecco perchè sono il perdono che dona una nuova possibilità. Io sono la tua eternità. Affidati a me, vinci la tua paura con il mio coraggio. Non temere amico, amica mia. Per te Io, Dio, mi sono fatto uomo: per condividere con te i doni del Cielo, perché tu sei la mia meraviglia. Non temere, tu mi hai conquistato e io, Dio, il tuo Papà, sto accanto a te. Non temere, le ore dei tuoi giorni sono ritmate dal battito del mio cuore. In alto i cuori! Santa giornata dd “Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: Vuoi guarire? Gli rispose il malato: Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me”.
La preghiera di questi giorni ci faccia divenire "buoni samaritani". Aiutiamoci tutti ad immergerci nell'acqua dell'amore di Dio. Ora più che mai abbiamo bisogno di sentire forte quest'amore. Mettiamoci gli uni gli altri nel cuore di Dio! In alto i cuori! Santa giornata dd La Parola di Dio metta in cammino il nostro cuore e lo riempia di pace. In alto i cuori. Santa giornata
In questo momento così duro non ho parole per spiegare cosa sta accadendo, o Signore. Ho solo silenzio, che si fa preghiera per affidare al tuo abbraccio di Padre ogni sofferenza, ogni lutto, ogni lacrima.
Non ho uno sguardo di previsione, non so dire alla mia gente quando finirà tutto questo, ma ho solo gli occhi della fede che mi fanno vedere una primavera. Si, tornerà la primavera in cui l'inverno di una fede fredda, burocratica, sbiadita, abitudinaria e stanca sarà solo un ricordo, e diventeremo cristiani innamorati alla follia di Te, o Dio, e per tutti saremo gli infaticabili pellegrini sulla terra e mendicanti di Cielo. Arriverà la primavera dei frutti, quando coglieremo la nostra vita non come un possesso esclusivamente nostro, ma come un dono, fragile e limitato ma grande, del tuo amore Dio. La primavera che farà sbocciare gemme di vera fraternità, la primavera in cui apprezzeremo di più il fratello e impareremo a vederne prima i doni e gli aspetti positivi. Arriverà la primavera in cui potremo riscoprire la bellezza di un saluto, di un abbraccio e di una stretta di mano. Comprenderemo che la nostra vita è un frutto che sazia solo quando è donata nella gratuità di un gesto di carità, di un perdono, di un ascolto, di un silenzio, di una parola umile. Solo se usciremo da noi stessi vivremo davvero. In questo momento sono chiuso nella mia casa, mi sento impotente umanamente, come faccio a stare accanto alla mia gente? Eppure so che posso essere lì vicino con il mio cuore, se ora lo metto accanto al tuo e mi lascio scaldare dal tuo amore. Idealmente passeggio per le strade della mia cara Camogli, per fare entrare dalle finestre questo annuncio: Tenete viva la speranza, rafforzate il coraggio per vincere la paura, gente mia. Proviamo ad alzare in alto, verso il Cielo, i nostri cuori. Proviamo a consolidare la fede nel Signore, per sollevarci e alzare lo sguardo. Sono fragile, Signore, ma domani la forza di portare la tua carezza. “Una carezza che infonda coraggio a chi vive nella paura. Una carezza che doni speranza. Una carezza che rianimi la forza in chi è stanco e scoraggiato. Una carezza che riempia di Presenza il nostro presente. Una carezza… quella che cerca ciò che di eterno si nasconde dietro una lacrima, un sorriso, una mano tesa”. Benedici, o Signore, la vita di chi sta rischiando in prima persona per il bene di tutti. Consola le lacrime di chi ha perso un proprio caro o un amico. Incoraggia chi è malato. Ispira sempre chi ci governa, e incoraggia la loro fatica. Da alla tua Chiesa la tenerezza della madre. Facci sentire tutti responsabili gli uni degli altri. Sostieni tutti noi nella speranza. Mia cara famiglia di Camogli, vi abbraccio tutti. Vostro don Danilo |